Venticinquesimo del mio sacerdozio - Don Acciai - un prete, una comunità, un quartiere

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Venticinquesimo del mio sacerdozio

Lettere
1973
Venticinquesimo del mio sacerdozio
Decennio della nostra parrocchia
da "Vivere e Comunicare" — bollettino della Parrocchia
Anno II — n. I — gennaio-febbraio 1973 — Genova - Via Vesuvio

"Perché ti sei fatto Prete?"
"Perché sei venuto proprio qui, in Via Vesuvio?"
Sono domande che spesso mi sento fare e che io stesso mi faccio.
Rispondo cercando di intravedere i fili di un piano d'amore che la Provvidenza ha tessuto nella mia vita.
Quando ero ragazzetto emigravo dai monti dove nasce l'Arno, verso Genova, non pensavo certamente che qui avrei trovato un sacerdote che mi avrebbe invitato ad entrare in Seminario.
Allora accettai volentieri quella proposta che rispondeva ad una inclinazione mia e mi trovai molto bene in Seminario, da cui uscii Sacerdote il 29 Giugno 1948. Da allora sono passati 25 anni di ministero sacerdotale e non ho che da sciogliere un inno alla bontà infinita di Dio.
Questo sentimento lo rivivo ogni giorno quando, particolarmente nella Messa in spirito di comunione con tutta la Chiesa dico: "Celebrando il memoriale della Mor­te e Resurrezione del Tuo Figlio, Ti offriamo Padre il Pane della vita e il Calice della salvezza e Ti rendiamo grazie per averci ammessi alla Tua presenza a compiere il servizio sacerdotale".
Così mi pare di continuare a rivivere lo spirito e il proposito della mia PRIMA MESSA quando scrivevo sull'immagine ricordo: "sarò sacerdote per rinnovare ogni giorno sull'Altare l'alba della nostra Redenzione".
E poi lo sforzo di continuare la Messa nella giornata, con l'animo di realizzare il compito del prete nella comunità cristiana: cioè l'essere un segno dell'Amore di Dio con l'annuncio della parola e l'evangelizzazione.
L'essere prete e il tenere ogni giorno fra le mani il "Corpo del Signore OFFERTO per la salvezza" mi ha anche sempre spinto ad incarnare la Messa nel servizio dei fratelli, soprattutto i più piccoli e i più deboli e mi ha fatto sentire la necessità di vivere la mia vita, condividendola sempre più profondamente con le persone alle quali sono stato mandato: per 14 anni nella parrocchia di S. Tomaso in via Almeria, e dal 1963 qui in Via Vesuvio.
Ombre e mancanze non ne sono mancate, purtroppo, in questi 25 anni ed avendo fatto questa strada assieme a tanti altri e a Voi, il ricordare assieme la data della mia MESSA D'ARGENTO vuole essere soltanto un motivo di riflessione sul dono ricevuto da Dio e un trarne le conclusioni.
Se affiorano limitatezze ed insuccessi, offese e mancanza di amore, la speranza basata sul messaggio biblico "non ricordate più le cose passate ... ecco faccio una cosa nuova" (Isaia 43) spinga tutti ad una conversione allo Spirito del Vangelo e ci faccia vivere un momento di carità e di perdono vicendevole.
Da dieci anni sono qui in via Vesuvio mandato dal nostro Arcivescovo e la mia vita e il mio sacerdozio si è fuso con la vita della Parrocchia.
Questo decennio ha sicuramente instaurato tra noi un clima di fiduciosa amicizia: ci si saluta tutti incontrandoci per strada, ci si ritrova volentieri come in famiglia alla domenica quando "questa porzione del popolo di Dio, che è in Via Vesuvio, si da' convegno attorno all'altare e fanciulli e adulti si fondono in una unità dí senti­menti e di preghiera". E da quei momenti prendono il via tante attività.
È l'Incarnazione che continua anche in questo modo, è la visibilità e la credibilità di noi come Chiesa quando realizziamo e ci sforziamo di vivere questi ideali.
Facendo il punto dopo 10 anni di parrocchia ci auguriamo che religiosamente la situazione sia migliorata e sia in continua ascesa.
Inoltre la Comunità parrocchiale nel suo vivere il messaggio evangelico ha cercato di essere in ascolto di tutti i fratelli del quartiere condividendone le gioie e i dolori, le lot­te e le tensioni portandovi un giudizio ed un contributo alla luce del messaggio divino.
Al momento della costituzione della nostra parrocchia il nostro Arcivescovo in­viava il seguente messaggio:
"A Don Antonio Acciai, primo parroco di Nostra Signora della Provvidenza, colla missione di edificare una comunità cristiana che tutta e solo s'ispiri al Santo Vange­lo; augurandogli la protezione della Vergine e la esperienza di questo Suo fascinoso titolo, benedicendo lui, i collaboratori, i parrocchiani tutti".
Genova 20.1.1963

Questa revisione comunitaria su un decennio di vita parrocchiale, ci trovi sempre intenti a realizzare questa meta, confrontandoci con il Vangelo, comunicandoci le esperienze, forse anche criticando certe iniziative, ma solo per aiutarci l'un l'altro in una ricerca di maturazione cristiana.
La Madonna accompagni la crescita della comunità a Lei dedicata. A noi l'imitar­La particolarmente in quell'evangelico atteggiamento "e Sua madre custodiva tutte queste cose meditandole nel suo Cuore" (S. Luca 2).
Don Acciai Antonio Parroco
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