Il cuore di un parroco e 16 senza tetto - Don Acciai - un prete, una comunità, un quartiere

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Il cuore di un parroco e 16 senza tetto

In parrocchia
La storia di una vecchia casa in via Vesuvio e di tre famiglie — Il Comune ha accolto l'appello e darà ospitalità al gruppetto di persone fra cui 11 bimbi
Una vecchia casa di due piani in via Vesuvio, abitata da sedici persone, corre serio pericolo di crollo. L'allarme è stato dato nella notte di lunedì. Don Acciai, parroco della zona, sollecitato dell'incolumità di tutti i suoi parrocchiani, ha diffuso la notizia e ha chiesto con una lettera e alcuni appunti, l'immediato intervento delle autorità.
Ecco i punti essenziali della lettera inviata da don Acciai.
"Vi mando questi appunti che ho scritto stamane mentre aspettavo ... l'alba. L'intuizione di stanotte è stata ampiamente aggravata dalla realtà. Non avrei voluto farne un "caso". Ma forse è bene parlarne.
"Ne parlano nella zona: è ... da stamane che trilla il telefono: è gente di caseggiati vicini, che vedendo quello che noi abbiamo visto stanotte, i travi scoperti si sente il dovere di telefonarmi. Penso che un'altra notte lì non si possa passare. Il geometra Gilioli del Comune è sul posto. Dall'alto di un caseggiato vicino ho visto la fenditura nel tetto. Comunque ... è andata bene! Vediamo quel che c'è da fare e grazie a tutti".
Nella lettera che ci è pervenuta ci sono sensibilità, sollecitudine e infine il cuore di un parroco. Don Acciai nella notte di lunedì e per tutta la giornata di ieri è stato in apprensione e in attività per risolvere il problema soprattutto di incolumità delle sedici persone che sono state fino a ieri mattina sottoposte al pericolo della rovina di un caseggiato già logorato dal tempo.
La casa di via Vesuvio 17 H, un vecchio rustico di due piani, di proprietà di certo Nilo Conti, abitante in viale Bligny a Torino, ha una fenditura nel tetto. Una parte delle lastre di ardesia che coprono la struttura del tetto sono state sollevate dal vento. Il geom. Gilioli, capo dell'ufficio incolumità del Comune ha effettuato un sopralluogo nella mattinata di ieri. Ora le due famiglie, quella di Pietro Berta composta di dieci persone fra le quali ben otto bambini, e quella di Giuseppe Carchesio, composta di cinque persone, saranno probabilmente sistemate al Centro assistenza di via Bologna. Il Comune ha trovato una sistemazione.
"Io sono intervenuto — ha dichiarato don Acciai — perché per una notte intera, questa gente si è trovata in una condizione di pericolo. Era mio dovere farlo. Non si tratta in realtà di solo due famiglie, perché non dobbiamo dimenticare la condizione particolare di un altro inquilino della casa pericolante, di Demetrio Gherardi, che in seguito a un incidente stradale avvenuto mercoledì scorso a Porta Pila, si trova ricoverato all'ospedale di San Martino. Il Gherardi rimarrà senza casa: egli aveva un piccolo allevamento di polli e conigli, che è un po' tutta e sola la fonte di lavoro e di sostenimento".
Don Acciai ha scritto al sindaco; ha scritto ai giornali; è partito mosso dal suo grande cuore, per contribuire in qualche modo alla tranquillità e all'incolumità di sedici persone.
"Sa — ci ha detto ancora — ci sono anche undici bambini!"
"Nuovo Cittadino"

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