Testimonianze: Incontri con don Acciai - Don Acciai - un prete, una comunità, un quartiere

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Don A. Acciai - un prete, una comunità, un quartiere
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Testimonianze: Incontri con don Acciai

Testimoni
INCONTRI CON DON ACCIAI

Ogni volta che ci incontravamo, don Acciai aveva sempre qualche cosa da doman­darmi e allora stava ad ascoltare con estremo interesse; ma, appena richiesto, aveva anche tante cose da raccontare e da dire ...
Il più delle volte raccontava con semplicità, con gusto e con entusiasmo le cose che era riuscito a realizzare specialmente nella sua parrocchia, man mano che questa cresceva in tutte le dimensioni.
Molte volte confessava con pacatezza, con sincerità e con forza le cose che avreb­be già voluto e potuto portare a compimento, ma che, per qualche difficoltà soprag­giunta, non era nemmeno riuscito ad incominciare.
E non poche volte purtroppo doveva riferire, per quel suo così intenso senso di partecipazione che tutti sappiamo, delle cose dolorose e spesso tragiche, che lo ave­vano colpito personalmente insieme alla sua gente ...
Ricordo però benissimo che i nostri incontri, anche se frettolosi, non finivano mai lì.
Ogni volta quei suoi occhi che, nel parlare, s'erano così intensamente illuminati, vuoi di intima soddisfazione, vuoi di intima attesa e speranza, vuoi di fede allo stato puro, improvvisamente, mentre mi prendeva e mi stringeva le mani per salutarmi, erano attraversati come da uno strano bagliore, a cui mi ero abituato e per cui gli volevo sempre più bene.
E su per la gola, partendogli dal cuore, gli gorgogliava una piccola risata mescola­ta ad una piccola battuta umoristica riguardo a se stesso.
Era il grido del piccolo bambino che, quando incomincia a camminare, è portato da babbo e mamma a tentare fuori casa passi sempre più lunghi e difficili, ed è estre­mamente serio e allegro insieme, e ride e chiama tutti a vedere, non tanto perché è sicuro di farcela a salire certi scalini alti alti, quanto perché è sicuro che, in fine dei conti la cosa più bella sarà comunque far ritorno a Casa, attraverso una dolcissi­ma altalena, attaccato com'è al Braccio potente, che lo sostiene e lo attira per sempre.
Don Cataldi
(Cappellano delle Carceri di Marassi - Genova)
"Vivere e Comunicare" - aprile 1978
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