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Il mio XXV di Messa

Lettere
 
IL MIO XXV DI MESSA
 
da "Vivere e Comunicare" — bollettino della Parrocchia
 
Anno II — n. 1 — gennaio-febbraio 1973 — Genova - Via Vesuvio

 
"Ti ricordo di ravvivare la grazia che Dio ti ha comunicata
 
con l'imposizione delle mani"
 
(2 Timoteo 1,6)
 
Don Antonio Acciai, Parroco di N.S. della Provvidenza nel XXV della sua Messa
 
ricorda tutti al Signore, rinnova l'offerta del suo sacerdozio,
 
domanda una preghiera perché
 
"Dio che ci ha qualificati ad essere ministri di una nuova alleanza,
 
non della terra, ma dello Spirito
 
(2 Corinti 3,5)
 
lo trovi sempre fedele.
 
29 giugno 1948 - Montesignano
29 giugno 1973 - Via Vesuvio

 
Carissimi, ho voluto trascriverVi qui il testo dell'immagine che ho fatto in occasione del mio XXV di Messa.
 
C'è tutto il mio stato d'animo in questa circostanza.
 
Una riconoscenza a Dio per avermi chiamato al Sacerdozio, un sentire questo dono, come un imperativo ad una continua revisione di vita, perché "non avvenga che, dopo aver fatto da araldo agli altri, io stesso venga riprovato". (1 Corinti, 9,27).
 
C'è una disponibilità a vivere la grazia del mio sacerdozio, illuminata dal messaggio Paolino che essa può e deve continuamente ravvivarsi.
 
C'è la certezza che, anche in mezzo alle difficoltà del ministero, trova il suo fondamento nella gioiosa constatazione di Paolo: "per grazia di Dio io sono quel che sono, e la grazia di Dio in me non è stata sterile" (I Corinti 15,10) ed ancora: "Io posso tutto in Colui che fa forte". (Filemone 4,13).
 
Inoltre sento il mio sacerdozio come dono per tutta la chiesa, per cui rimanendo in comunitario ascolto della Parola di Dio, Voi ed io dobbiamo continuamente annunziare la riconciliazione con Lui.
 
Il mio XXV di Messa coincide con l'inizio dell'Anno Santo che il Papa ha voluto presentarci come un momento di "riconciliazione" sia all'interno della chiesa, sia tra i cattolici e gli altri uomini del nostro tempo.
 
Che possiamo tutti vivere "quest'oggi di Dio"!
 
Che pensiamo tutti cristianamente, che agiamo con coerenza, che ci comunichiamo l'un l'altro l'esperienza di come viviamo il nostro "essere chiesa', perché la nostra gioia sia più piena e il volto del Padre sia più visto dai nostri fratelli per la testimonianza che ci sforziamo di dare!
 
Questo è il mio augurio per tutti e per me: questa è la preghiera che reciprocamente vogliamo fare.
 
Genova, 29 giugno 1973
 
Don Acciai Antonio - parroco
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