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Don A. Acciai - un prete, una comunità, un quartiere
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Scuola - quartiere

Lettere
SCUOLA-QUARTIERE
Lettera inviata il 6.3.1974 alla Commissione Scuola della sez. "Balestrazzi" del P.C.I. di Oregina,
e p.c. Alle Autorità interessate, Al Quartiere di S. Teodoro, All'impresa "Capri" di Mattei e Scaramucci.

Vi ringrazio dell'onore fattomi nell'inviarmi il documento stilato da codesta spett.le commissione sui "problemi della scuola nel quartiere di Oregina".
Vi ho trovato obiettive ed acute osservazioni nonché una buona disanima del pro­blema, anche se mi pare doveroso fare qualche riserva.
Un esempio: dove Voi parlate della "democrazia nella scuola", lamentate che non vi sia "alcun organismo di partecipazione democratica della famiglia alla gestione della scuola". Ma Voi stessi denunciate una "mentalità", una "sfiducia" io aggiun­gerei anche un disinteresse da parte delle famiglie della zona. Infatti — qui parlo in particolare della media "Boine" —, quando fu indetta una riunione congiunta tra insegnanti e genitori per la scelta dei testi, si presentarono alcuni genitori e fu eletta una commissione mista.
Per la istituzione di "comitati scuola-famiglia", Voi me lo insegnate, ci vuole la richiesta da parte delle famiglie, elezioni di delegati ecc., ma qui, e mi riferisco sem­pre alla media, non risulta che sia pervenuta neppure una domanda in tal senso.
Sono poi pienamente d'accordo con Voi di sensibilizzare le famiglie su questi "doveri-diritti" per creare organismi atti non a creare un "diritto al — non — stu­dio" ed esser promossi lo stesso, ma per spronare e scuola ed insegnanti ed alunni e famiglie a rendere al massimo in questo fondamentale campo.
Permettetemi una confidenza che chiarisce il mio pensiero e la mia fiducia nell'ef­ficacia di un libero dibattito anche sui problemi della scuola. Nella prima quindicina di luglio del '72, ci fu una vivace campagna sui giornali, per richiedere l'istituzione dei "corsi estivi di ricupero" per i rimandati; era quanto aveva proposto la circolare del Ministro Misasi del 16/3/72, che però era stata snobbata dalla maggior parte delle scuole medie "inferiori" per non parlare delle "superiori"...
Ebbene, animatrice di quella campagna, fu una signora di V. Vesuvio, con la sua opera di sensibilizzazione di alcuni giornalisti: sembrerà buffo, ma ci fu da parte di alcune scuole un  correre frettoloso ai ripari per quell'estate; nell'estate del '73 l'i­stituzione  era già generalizzata e molto regolare.
 
Mi permetto quindi ancora, di plaudire alla vostra opera di  sensibilizzazione del quartiere sui problemi della scuola, mi auguro che a  questa iniziativa diano l'adesio­ne tutte le altre forze della zona, onde  avere dalla scuola il più efficiente servizio,
 
Quanto ai "tempi" di attuazione di tali  organismi, mi permetterei di suggerire di soprassedere in questo ultimo scorcio  dell'anno scolastico e prepararsi invece per l'ot­tobre prossimo quando tra  l'altro ci sarà la ristrutturazione di vari organismi nella scuola. Infatti  l'affrettata costituzione di tali cose, che hanno bisogno dí un naturale  rodaggio, forse, ora come ora, turberebbero i ragazzi, che debbono esser tesi  per lo "sprint" finale. Questa però è una mia opinione.
 
Ma il motivo fondamentale di questo mio intervento  sulla Vostra proposta è un altro.
 
Voi dite: "il diritto allo studio comincia a  3 anni": io invece vorrei mettere il dito sul fatto che il  "diritto", se non allo "studio" ma  all'"assistenza", inizia ancor pri­ma dei 3 anni. Cioè mi riferisco  al problema degli "Asili  Nido" nella zona.
 
La società è quello che è ed in questa evoluzione irreversibile, la donna  sarà sem­pre più inserita nel lavoro ed ecco allora la situazione che io non  dubiterei a chiama­re drammatica, che si verifica anche qui da noi.
 
Infatti vediamo che al mattino alle ore 7 alcune  mamme, con il loro frugoletto di pochi mesi, avvolto in copertine per  difenderlo dall'abbondante vento nostrano, salire le interminabili scalette  di V. Vesuvio - V. Napoli - V. Gaeta, tutto su per arri­vare all'unico asilo  nido della zona di Oregina.
 
La situazione è veramente grave e le Autorità  competenti debbono studiare una soluzione.
A questo punto mi  permetterei di segnalare una pista per uno sbocco del problema.
 
Tra poco sarà pronta la "scuola materna  statale" di V. Napoli, che con la sua capacità di 200 posti, in aggiunta  a quelli della "M. Mazza", dovrebbe coprire tutte le richieste.
 
La soluzione adottata dal Comune per la sede di  quest'asilo: acquistare da un'im­presa privata i primi due piani di un  caseggiato già progettato ed in via di costruzio­ne, anche se tutti  riconosciamo che non è stata la "soluzione ottimale", ha avuto il  vantaggio di offrire i locali in poco tempo, e, come prezzi, si dice, che sia  tra le soluzioni più vantaggiose per le casse della comunità.
 
Allora a questo punto mi domando:  "all'impresa 'Capri', che ha in progetto già approvato un grosso  caseggiato affiancato a quello ove è l'asilo, non si potrebbe do­mandare di  scendere a patti e riservare i primi due piani del costruendo caseggiato  all'asilo nido? Ne avremmo questo risultato: un bel complesso con ingressi  indipen­denti dalle abitazioni, ma comunicanti tra loro attraverso i  giardini: in un caseggiato la scuola materna, nell'altro l'asilo nido: il  tutto nel cuore della zona e con a monte la zona verde pubblica.
 
Gl'inconvenienti lamentati anche nel Vostro documento e riferiti ad altri  asili con appartamenti sopra, mi pare di facile eliminazione, a parte il  richiamo ad un senso di civismo.
     
Questo mio intervento è... "alla  garibaldina.." e all'insaputa di tutti et... in pri­mis.. dell'impresa  'Capri', che, mi auguro non me ne vorrà male.. ma mi spinge a forzare  sull'accelleratore in questa direzione, prima, perché so che l'impresa che ha  costruito buona parte dei caseggiati di questa zona, è incline a favorire  l'attuazione dei servizi sociali, poi perché non si vede quale altra  alternativa proporre.
Infatti, se si esclude per un costruendo asilo nido, la zona attorno all'ex lago del Lagaccio, rimane nella zona una sola area disponibile: quella di proprietà dell'Istitu­to Case Popolari, davanti ai civici 56 e 58 di V. Napoli.
A parte il fatto che quell'area verrà sempre bene alla comunità ín futuro, se ci fermiamo a progettare un asilo nido li ed ad attuarlo, purtroppo, come vanno le co­se, si ripeterà quello che scrivevo al Consiglio di quartiere di S. Teodoro, quando, giustamente, aveva fatto delle obiezioni a come il Comune aveva condotto la pratica della scuola materna di V. Napoli: "se battiamo altre strade, quei ragazzi che usu­fruiranno subito dell'asilo, avranno tutto il tempo di arrivare all'università e l'asilo dovrà ancora essere fatto..."
Vista la situazione in cui è ormai la zona, mi pare, se si vuol risolvere il problema dell'asilo nido nella zona non ci sia gran che tempo da perdere.
Con l'augurio che le competenti autorità prendano appropriate iniziative per venir incontro alle esigenze della popolazione, ringrazio dell'attenzione prestatami e colgo l'occasione di porgere a tutti distinti ossequi.
Don Acciai Antonio - Parroco

P.S.: Alle autorità competenti: Il caseggiato ove sarà la scuola materna è già in via di rifiniture: da queste parti ci si augura che i Tecnici del Comune vadano dí pari passo con i Tecnici dell'impresa, per la sistemazione e l'attrezzatura dei locali: il tutto per non rifare il lavoro più volte e soprattutto perché sia vera­mente pronto e pienamente funzionale per l'ottobre prossimo...
L'unico vantaggio che ne è scaturito dal forzato ritardo nella consegna, è che la tanto bistrattata "scuola Serra", che voci allarmistiche davano da anni pericolante e.. pronta a seppellire la più bella gioventù della zona, ha offerto ancora alla zona un discreto servizio per l'improvvisato asilo che ha ospitato e ... son convinto che non sarà l'ultimo...
Genova 6/3/74
N.B. Questa lettera è nata dalla riflessione comunitaria tra i membri della nostra comunità parrocchiale e ne rispecchia il pensiero ed i voti.
 
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