Testimonianze: Una povertà coraggiosa - Don Acciai - un prete, una comunità, un quartiere

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Don A. Acciai - un prete, una comunità, un quartiere
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Testimonianze: Una povertà coraggiosa

Testimoni
UNA POVERTÀ CORAGGIOSA
Bruno Rombi

Non è facile, per chi scrive, parlare di don Acciai, il parroco di via Vesu­vio morto nell'incendio sviluppatosi nella chiesa di N.S. della Provvidenza, perché chi scrive ha avuto modo di dialogare con lui per anni ed anni.
Di aspetto robusto, massiccio, tenace; dalle mani forti e dalla voce grave, più che di un prete aveva l'aspetto di uno scaricatore, di un lottatore, di un contadino.
Di questa sua prestanza fisica si faceva motivo di forza morale per le molte batta­glie da sostenere, nella sua parrocchia, a favore di coloro che egli considerava inti­mamente fratelli.
Dal momento in cui aveva cominciato la sua missione nella improvvisata cappella di via Napoli, una specie di baraccone di legno, elevato presto a luogo sacro per l'in­contro con la comunità alla quale s'era legato, a quello in cui era riuscito, raccogliendo l'obolo dei volenterosi, e vincendo remore di natura diversa, a costruire la chiesa di via Vesuvio, dove ieri ha trovato la sua tragica morte, don Acciai aveva sempre difeso il vessillo della sua coraggiosa povertà, arma con la quale batteva an­che i nemici, palesi o nascosti, che forse non gradivano la sua integrale dedizione al bene del prossimo.
Nella comunità assunta come simbolo cristiano aveva coinvolto anche la propria famiglia: il padre, la madre, la sorella. E la comunità si riconosceva in lui: dal giro­vago all'immigrato senza casa, da colui che aveva bisogno di un letto per dormire o di una sedia per accostarsi al desco, dal bambino che soffriva dell'incomprensione dei genitori, al giovane che, scontento, voleva contestare il sistema.
Don Acciai s'era fatto voce e coscienza degli emarginati, degli immigrati, dei reietti, e, in più di un caso, aveva risolto i loro problemi, o combattuto le loro lotte.
Aveva manifestato simpatie per padre Agostino Zerbinati, della comunità di Oregina, condividendone lo spirito di lotta, anche se non del tutto i modi. Aveva aperto con lui un dialogo e gli aveva offerto anche l'ospitalità.
Dopo queste sue molte battaglie don Acciai era conosciuto forse oltre le proprie ambizioni, perché era schivo della pubblicità, anche se non alieno dal combattere.
Oggi chi maggiormente lo piange sono coloro che apparentemente gli si mostrava­no indifferenti, e che da lui erano stati beneficati, e i molti padri di famiglia, e i mol­tissimi bambini ai quali sapeva dispensare, anche nei momenti più difficili, il suo semplice aperto sostegno.
"Il Lavoro" Genova 6/7/74
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