Un palloncino in Ungheria...TV...un giornalista - Don Acciai - un prete, una comunità, un quartiere

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Un palloncino in Ungheria...TV...un giornalista

In parrocchia
I ragazzi della 1a Comunione di via Vesuvio il 2 giugno di ogni anno, librano nel cielo i loro "variopinti palloncini" recanti messaggi di fraternità e amore per tutti i bimbi del mondo.
Questa "speciale posta aerea" con l'aiuto del vento favorevole ci ha fatto comunicare con Marina di Castelnuovo Monti, con una scolaresca in gita al passo della Cisa, con un pastorello di Piacenza, con ragazze di Udine e... con tanti altri ragazzi ...
Ma il palloncino più fortunato ... è stato quello di Danilo Amati arrivato fino nella lontana Ungheria e raccolto a Gyor da una bimba: Veronika che rispose con una delicatissima lettera intrecciando con il bimbo italiano un dialogo sui temi più belli della Fede, dell'amore tra i popoli, della stima reciproca tra le nazioni ... Il fatto, riportato dai giornali, interessò anche la Tv che fece nel Natale del 1965 un bellissimo servizio, girato a Roma per Danilo ed in Ungheria per Veronika, per la rubrica televisiva "Cordialmente". Quel fatto fu quasi un anticipo del "disegelo internazionale"! ! !
Autore entusiasta di quel servizio fu il giornalista Valerio Ochetto con il quale nacque una forte amicizia. Cosicché quando il 5 gennaio 1972 si seppe che il giornalista era stato trattenuto in Cecoslovacchia ed era in difficoltà, i ragazzi di via Vesuvio lanciarono la domenica 24 gennaio oltre 200 palloncini, sperando che uno di essi arrivasse fino ad Ochetto per consolarlo con il loro amore ... mentre i "grandi" sottoscrissero una petizione in suo favore e per la libertà di ogni uomo.
Cosicché, quando dopo 43 giorni di prigionia Ochetto venne a Genova, per la presentazione di un suo libro sull'esperienza di quei giorni, scrisse la dedica a don Acciai rilanciando le sue idee di libertà e di rispetto per ogni uomo in qualsiasi parte del mondo esso si trovi.
"Vivere e Comunicare"

FAVOLE VERE DI BAMBINI
Via palloncino messaggio dall'Ungheria
Un palloncino colorato ha varcato la cortina di ferro dal cielo di Genova, dove era stato liberato il 2 giugno scorso, è giunto in una città dell'Ungheria: Gyor, tristemente famosa per una violenta battaglia durante l'insurrezione del novembre del 1956. Così l'affettuoso messaggio di Danilo Amati, uno scolaro di otto anni, è arrivato ad una bambina ungherese, Veronika, che si è affrettata a rispondere. È una favola gentile, che ripropone in termini reali il gesto di una canzoncina di Rascel. Questa storia, alla quale i giornali ungheresi hanno dato molto rilievo comincia la mattina del 2 giugno scorso quando un gruppetto di bambini che quel giorno ricevettero la Prima Comunione nella parrocchia di Nostra Signora della Provvidenza, in via Vesuvio, decisero di inviare un palloncino ciascuno, contenente un affettuoso saluto per chi il palloncino avrebbe raccolto. Era un modo singolare per esprimere la loro felicità e il parroco don Antonio Acciai li aiutò procurando loro i palloncini. Pochi giorni dopo arrivano le prime risposte: una da Alessandra, un'altra da Alassio, una terza da Pavia. A fine giugno una risposta arriva da Nettuno.
Nessuno pare risponda al messaggio di Danilo Amati, ma non sarà così, perché il palloncino dello scolaro ha fatto molta più strada di quanto era possibile prevedere, è finito addirittura in Ungheria, a Gyor, settecento chilometri distante, e lo ha raccolto la piccola Veronika. E la bambina ha risposto testualmente:
"Caro Amati Danilo, permettimi che mi presenti: mi chiamo Veronika Borbely, abito in Ungheria, a Gyor. In settembre comincerò l'ottava classe. Già da tanto tempo abbiamo trovato il tuo palloncino inviato il 2 giugno con il piccolo biglietto per fare capire la tua grande gioia in occasione della tua Prima Comunione. Anche noi abbiamo avuto una felicità di questo genere, perché la mia sorella ha fatto la Prima Comunione il 6 giugno, domenica della Pentecoste. Ha avuto con grande gioia il Corpo del Signore Gesù.
Ti auguriamo tutti che le tue aspirazioni si avverino e giorni felici simili a questo siano tanti nella tua vita. Veronika. Avrei piacere di ricevere una tua risposta".
Può darsi che davvero un giorno questa piccola storia gentile si concluda con un incontro tra i due piccoli protagonisti. Sarebbe un finale proprio da favola.
"Il Secolo XIX" - 1965

Dal parroco di via Vesuvio
Un appello per Valerio Ochetto
Il giornalista già nel '65 tentò di avvicinare l'ovest all'est
Il permanere nelle carceri di Praga del giornalista italiano Valerio Ochetto (l'arresto risale al sette gennaio accusato di aver svolto opera di propaganda contro il sistema politico cecoslovacco) è episodio che ha già messo in moto il nostro Ministero degli Esteri anche in seguito alle pressioni ed agli ordini del giorno votati dalla Federazione nazionale della stampa italiana.
Ieri ci è giunto in redazione un appello di Antonio Acciai parroco di via Vesuvio in cui, dopo aver stigmatizzato l'arresto di Ochetto — che non si concilia con la carta dei popoli democratici (afferma il volantino) — ricorda che nel 1965 lo stesso giornalista televisivo, direttore allora della rubrica "Cordialmente" raccontò il fatto del palloncino lanciato in via Vesuvio e raccolto da una ragazza ungherese Veronika.
Il palloncino, dice l'appello, voleva essere un segno di pace al di là delle frontiere, una specie di atto d'amore tra l'ovest e l'est.
L'appello, quindi, dichiara che gli intenti umanitari e democratici di Valerio Ochetto finiranno per far prevalere il buon senso e la giustizia. Comunque questa mattina Antonio Acciai si farà promotore di una petizione (sarà lanciato anche un palloncino) all'ambasciata della Repubblica popolare di Cecoslovacchia.
"Il Secolo XIX" - 1972
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