Persona e impulso
Sentire
La persona è padrona di sé, interiormente inalienabile, autodeterminata e con libero arbitrio. Nessuno dovrebbe sostituire l’altrui atto volontario.
Nemmeno il Creatore si serve delle persone come mezzi, ma le ha create ragionevoli e libere di determinare i fini che Dio fa conoscere affinché tendano ad essi e li scelgano liberamente. Kant formulò il principio dell’ordine morale nel permettere che ognuno abbia il proprio fine e senso alla vita; essere un fine per gli altri fonda la libertà di coscienza e ogni altra retta libertà.
Usare l’altro come strumento è contrario alla natura. Invece l’amore per il prossimo è libero, perché riconosce il bene altrui, costruisce e adotta il fine comune per unire dall’interno.
Lo scegliere insieme subordina al bene comune senza sottomettere; quando si è disposti a cercare il bene con altri, si guarda a loro come oggetti da servire con amore; liberi dal consumismo e in relazione di comunione ognuno tratta se stesso e ogni persona secondo la sua natura.
Ogni azione è collegata all’esistenza, bene primo e fondamentale in relazione con Dio Creatore, che ci ha dato la ragione, la capacità di determinare gli atti e la possibilità di realizzare l’amore scegliendo liberamente un bene come fine; così, all’incomunicabilità del proprio essere si associa la possibilità di donarsi, che è pienamente realizzata nell’amore sponsale.
L’uomo è istintivamente trascinato dal comandamento dell’amore che con fini naturali interpreta correttamente la volontà di Dio. Il fatto del dover amare e di come amare nella natura umana sono visibili nel matrimonio e nella procreazione, confacenti alla dignità della persona da amare.