La condizione di peccato e la grazia - 24 parole per un linguaggio etico e personale

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sulle orme di San Giovanni Paolo II .
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La condizione di peccato e la grazia

Grazia
Ogni sfida è una grazia, un’opportunità per realizzarci come figli di Dio mediante amore, libertà e pienezza umane. Alla luce della croce di Cristo e della sua risurrezione si scopre che anche la disgrazia è convertita in grazia; persino le conseguenze del peccato manifestano l’amore redentore di Dio e la nostra somiglianza a Gesù nella sofferenza: tutto è grazia e “concorre per il bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Dio interpella ad accettare la luce della fede, che spinge al bene e chiama alla responsabilità per cooperare affinché tutto converga verso Cristo.
La grazia è nuova creazione; infatti la legge insegna a vivere, ma non salva, perché è legata alla trasgressione; essere sotto la legge significa schiavitù sotto il dominio del peccato.
Affinché si realizzino opere buone, Dio dona libertà, giustifica con la grazia e cancella la schiavitù del peccato; oltre il rifiuto degli impulsi contrari a Dio, con la nuova legge si crede a Dio in Gesù Cristo e si vive secondo lo Spirito, che libera l’amore e dirige la vita in sequela a Gesù. Dio stesso scrive nel cuore ed effonde lo Spirito affinché l’uomo viva secondo la nuova alleanza.
Infatti, l’unione di pensiero e intenti fra gli uomini induce a credere in Cristo e impegna a praticare la giustizia; ogni missione ha un fine beneficante che serve e celebra l’annuncio che il Figlio di Dio si è fatto uomo, fino agli estremi confini della terra.
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