La controversia sulla Grazia: la sofferenza e la Grazia
Grazia
[ved. anche la controversia sulla grazia]
Sebbene la sofferenza non sia desiderata, solo con la croce si perviene alle profondità della sapienza e delle ricchezze di Dio; conforto del Signore nella sofferenza, la via della croce giunge alle delizie di Dio, ma le anime, create per grandezze divine, pretendono beni miseri e si intrattengono in bassezze. Cieche dinanzi alla luce e sorde a voci potenti, non si accorgono che nel cercare grandezze e gloria terrene rimangono ignoranti e indegne dei tesori celesti.
Cristo mostra e spiega l’amore di Dio per volerci riunire nella Chiesa; in essa l’unione d’amore e l’immagine dell’Amato si vivificano, tanto da raccontare che l’Amato vive nell’amante e l’amante nell’Amato; vivendo l’uno nell’altro nel possesso, nell’abbandono, nello scambio, divengono uno per trasformazione d’amore.
Il Redentore, giusto e senza peccato, è subentrato nella responsabilità umana per espiare il peccato; Egli giustifica nel Battesimo, ma lascia all’uomo la capacità di agire con buona volontà e adempiere il volere del Padre.
Lo Spirito “viene in aiuto alla nostra debolezza e, abitando in noi, intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26), con figure e similitudini per parlarci dei misteri e donarci la relazione con Colui che dona la vita divina.