L'autonomia e la morale
Morale
L’autonomismo di Kant qualifica l’uomo quale legislatore, fonte di legge e giustizia, dimentico che l’uomo è creatura dipendente da Dio e che la ragione deve decifrare correttamente le leggi naturali; ad esse la coscienza, quale responsabile delle azioni, deve rispetto per giustizia verso il Creatore.
Gli affetti disordinati assetano di beni temporali e, senza uno sforzo continuo, induriscono la coscienza. Le norme giuridiche dividono la responsabilità e restringono il rischio, ma con la protezione dell’anonimato si lascia spazio agli illeciti e si attenua il senso di responsabilità. L’autonomia si accresce ma, distaccata dall’ordine etico e religioso, pone in pericolo la vita cristiana; perciò lo Spirito Santo rende consapevoli i laici della loro responsabilità e li stimola al servizio di Cristo e della Chiesa.
L’autonomia esige rispetto per la bontà insita nelle cose e corrisponde al mandato di dominare il mondo al servizio dell’uomo, con relazioni creative tra l’agire e il benessere secondo le immanenti leggi naturali. Tuttavia, è illecito negare un contenuto morale specifico e determinato, universale e permanente nella Parola di Dio; ciò disperde il senso della coscienza, aggira logica e congruenza, ripiega su minori responsabilità e maggiori diritti per autonomie e libero arbitrio finalizzati a libertà e piacere. Tale riduzione della persona ad insieme di esperienze non spiega i fondamenti della responsabilità nel libero agire.