La condizione di peccato nei libri sapienziali - 24 parole per un linguaggio etico e personale

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23 parole "personali"
sulle orme di San Giovanni Paolo II .
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La condizione di peccato nei libri sapienziali

Condizione
L’uomo è chiamato a osservare i comandamenti per cercare la beatitudine nel suo Creatore, partecipare alla creazione e accrescere con atti buoni la somiglianza a Dio. Deve però estendere cure e responsabilità su se stesso, in balia della propria volontà, perché il Creatore, per riguardo alla libertà creata, permette che la creatura razionale, ma limitata e imperfetta, possa usarla anche contro di sé.
Ognuno è responsabile per il bene o il male realizzati, capace di ascoltare o di opporsi a Dio; con libere decisioni e atti responsabili sviluppa la sua relazione con Dio, con allontanamenti o conversioni, cosciente che il proprio libero arbitrio influisce sull’altrui libertà e che solo Dio può salvare dalla situazione di peccato.
Sebbene la disubbidienza sia evitabile e non voluta da Dio, l’uomo ha bisogno di perdono e misericordia ogni volta che si allontana dalla sua amicizia con condotte peccaminose o conseguenze di peccati altrui.
Chi trova mortificante o alienante seguire il comando di Dio, ignora che la Legge sia condizione di vita; un libero rifiuto è un tragico rischio sempre in agguato, per quanto la libertà sia piuttosto un dono di cui rispondere e su cui fondare la responsabilità.
 
 
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