Il soggetto dell’operatività e del dovere - 24 parole per un linguaggio etico e personale

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23 parole "personali"
sulle orme di San Giovanni Paolo II .
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Il soggetto dell’operatività e del dovere

Dovere
La persona si differenzia nell’agire libero e cosciente, che risalta su quanto accade; nell’atto diviene l’oggetto che l’io possiede e usa coscientemente.
L’integrazione permette di indagare su somatica e psiche, che partecipano alla realtà dell’atto. L’istinto e l’impulso sono strumenti naturali di preservazione integrati nell’atto, percepibili e controllabili rispetto alla finalità; infatti l’atto risponde coscientemente ai valori e l’emotività ottiene espressività con le esperienze, avvicinando corpo e spirito; pur non percepite dalla coscienza, le sensazioni qualificano e manifestano i valori sperimentati dal corpo.
Ignorando tutto ciò, Kant impone di agire con ragione e ritiene dannosa l’emotività. Un senso estetico, religioso o morale manifesta emotività e spiritualità, che può esaltarsi con l’eccitazione sensibile e favorire la psiche, o ostacolarla se eccessiva; a differenza di sentimenti e passioni che accadono, il rimorso commuove, giudica per il male vissuto e spinge alla conversione.
L’intensità dell’emozione può conferire espressività al dominio e al possesso di sé, ma l’eccesso può impedire alla coscienza di acquisire esperienze e agire responsabilmente; tuttavia, può permanere la responsabilità nel procurare o assentire a tale situazione di degrado nell’accadere.
Sia nelle libere scelte sia nelle emozioni, l’inclinazione umana dovrebbe orientarsi tra bene e male subordinandosi alla verità per fondare un corretto agire; si accoglie il buon valore morale e si respinge il male con emozioni spontanee grazie alle virtù.
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