Umana superbia? - Romanze di San Giovanni della Croce

Le Romanze di San Giovanni della Croce    link ai versetti commentati della VII Romanza
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Umana superbia?

Un progetto e un fine
Porre l’uomo al centro nelle relazioni con Dio aiuta la ragione ad esemplificare, a creare analogie comunicabili; ma ciò è possibile nell'umiltà, senza confondere tra chi è l’Essere creatore e chi è l’essere creato. La lettura antropocentrica è più facilmente trasmissibile e comprensibile, perché è dal proprio ‘Io’ che la ragione umana inizia il suo cammino naturale di conoscenza e il linguaggio si è evoluto per esporre bisogni, esperienze, idee.
Con la capacità di generalizzare, dedurre ed ipotizzare, esprime sia verità che opinioni; può lasciare l’argomento indefinito e dubitevole, se non confinato da canoni logici o matematici, e facilmente l’incertezza aumenta con il mutare dei tempi e dei linguaggi stessi.
Purtroppo divisioni, critiche e dubbi sono sempre sorti sul filo dell’analogia, sia forzando il significato oltre l’intenzione originaria, sia con ardite interpretazioni linguistiche.
   
La  Chiesa … è più che mai una Chiesa militante, in stato di lotta continua  contro i suoi molteplici nemici interni ed esterni, e militante soprattutto  nell'intimità di ogni singola anima, che si sa chiamata alla santità,  all'amore totale e incondizionato a Cristo suo Sposo, ma allo stesso tempo  viene distolta da questo impegno così esigente da preoccupazioni materiali e  da tentazioni diaboliche di ogni genere (Battista Mondin).
   
   
La VII romanza pone in relazione la volontà divina con il creato e, più specificatamente, con l’esistenza e il fine del creato e dell’umanità. In tutta la storia di annuncio e apologia del Vangelo, la trasmissione della Fede ha affrontato nuove incomprensioni o vecchie accuse, talvolta basate anche solo su una parola o su un modo di dire.
La VII romanza ben si presta a rispondere a chi accusa i cristiani di proporsi centro e fine di un’azione divina nel passo del Simbolo “per noi uomini e per la nostra salvezza”. La fallace accusa interpreta la salvezza come superba acclamazione di un diritto soprannaturale dell’uomo, con la conseguente e contradditoria pretesa di un impossibile dovere divino.
Un breve excursus filologico sul significato di “per”, è sufficiente a dividere tra vero e ingannevole, ma chi ha difficoltà ad accettare il mistero dell’Amore divino rimane in cerca di una analogia ragionevole a difesa della Fede.
La VII romanza propone i temi dell’espressione d’amore e della volontà di un dono.
Nel pieno rispetto del Simbolo e delle Scritture, propone l’origine dell’uomo come dono, creato dall'amore trinitario, e presenta il fine dell’uomo nel ringraziamento, a Gloria di Dio.
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