Umana superbia?
Un progetto e un fine
Porre
l’uomo al centro nelle relazioni con Dio aiuta la ragione ad esemplificare, a
creare analogie comunicabili; ma ciò è possibile nell'umiltà, senza confondere
tra chi è l’Essere creatore e chi è l’essere creato. La lettura antropocentrica
è più facilmente trasmissibile e comprensibile, perché è dal proprio ‘Io’ che
la ragione umana inizia il suo cammino naturale di conoscenza e il linguaggio
si è evoluto per esporre bisogni, esperienze, idee.
Con
la capacità di generalizzare, dedurre ed ipotizzare, esprime sia verità che
opinioni; può lasciare l’argomento indefinito e dubitevole, se non confinato da
canoni logici o matematici, e facilmente l’incertezza aumenta con il mutare dei
tempi e dei linguaggi stessi.
Purtroppo
divisioni, critiche e dubbi sono sempre sorti sul filo dell’analogia, sia forzando
il significato oltre l’intenzione originaria, sia con ardite interpretazioni
linguistiche.
La
Chiesa … è più che mai una Chiesa militante, in stato di lotta continua
contro i suoi molteplici nemici interni ed esterni, e militante soprattutto
nell'intimità di ogni singola anima, che si sa chiamata alla santità,
all'amore totale e incondizionato a Cristo suo Sposo, ma allo stesso tempo
viene distolta da questo impegno così esigente da preoccupazioni materiali e
da tentazioni diaboliche di ogni genere (Battista Mondin).
La VII romanza pone in relazione la volontà divina con il creato
e, più specificatamente, con l’esistenza e il fine del creato e dell’umanità. In
tutta la storia di annuncio e apologia del Vangelo, la trasmissione della Fede
ha affrontato nuove incomprensioni o vecchie accuse, talvolta basate anche solo
su una parola o su un modo di dire.
La
VII romanza ben si presta a rispondere a chi accusa i cristiani di proporsi centro
e fine di un’azione divina nel passo del Simbolo “per noi uomini e per la
nostra salvezza”. La fallace accusa interpreta la salvezza come superba
acclamazione di un diritto soprannaturale dell’uomo, con la conseguente e
contradditoria pretesa di un impossibile dovere divino.
Un
breve excursus filologico sul significato di “per”, è sufficiente a dividere
tra vero e ingannevole, ma chi ha difficoltà ad accettare il mistero dell’Amore
divino rimane in cerca di una analogia ragionevole a difesa della Fede.
La VII romanza
propone i temi dell’espressione d’amore e della volontà di un dono.
Nel pieno rispetto del Simbolo e
delle Scritture, propone l’origine dell’uomo come dono, creato dall'amore
trinitario, e presenta il fine dell’uomo nel ringraziamento, a Gloria di Dio.