L'unione mistica - Romanze di San Giovanni della Croce

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L'unione mistica

La spiritualità
La mistica è comunione con Dio Trinità:
·     Il Padre «qui è il princi­pale amante» (C 31,2);
·     lo Spirito è « agente guida e motore dell'anima » (f. 3,46; C 39,3);
·     Cristo è l'amato, lo Sposo e per amore e conformazione a lui l'uomo viene divinizzato.
Cristo è fratello, compagno, maestro, prezzo e premio, amico e sposo, sempre presente e in particolare:
·   all'inizio del cammino spirituale (cfr. 1S 13),
·   nel momento del­la grande decisione (cfr. 2S 7), come «unica Parola» (2S 22),
·   nell'unione sponsale (cfr. C 22-23) e come hermosura definitiva.[1]
Analogamente la struttura tripartita si riflette sull'uomo nei doni delle virtù teologali, quali mezzo propor­zionato al fine dell'unione con Dio, per offrirci il contatto con Dio in sé (cfr. 2S 9) nel carattere mistico della passività.[2]
Uno sguardo profondo sfiora l'anima, nel necessario rife­rimento a Dio[3], un discorso su Dio che precede, abita e penetra in forma così totale ed incomprensibile nella sua immanen­za e intimità; un discorso in cui
«L’anima non trascuri, dunque, la preghiera e attenda nello spogliamento e nel distacco da ogni cosa, perché il suo bene non tarderà» (cfr. 3S 3,6).
Il Cantico spirituale conclude implorando umiltà per scorgere il vero bene:
«O anime create per queste grandezze e ad esse chiamate, che cosa fa­te?
In che cosa vi trattenete? Le vostre aspirazioni sono bassezze e i vostri beni miserie.
O misera cecità degli occhi dell'a­nima vostra, poiché siete ciechi dinanzi a tanta luce e sordi dinanzi a così grandi voci, senza accorgervi che mentre andate in cerca
di grandezze e di gloria rimanete miseri e vili, ignari e indegni di tanto be­ne» (C' 39,7)
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