Il rapporto di elezione - Romanze di San Giovanni della Croce

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Il rapporto di elezione

La spiritualità
S. Giovanni usava prepararsi al Natale con intenso coinvolgimento personale e comunitario, fino alla drammatizzazione visiva del mistero, che Maria de la Paz descrisse così:
 
«Notavo che il suo viso si adattava alle feste, e mi convinsi che, a seconda delle circostanze e dei tempi, cambiava il suo stato d'animo: durante il tempo della Passione di Nostro Signore si notava il dolore che egli ne provava; a Natale traspariva una certa tenerezza. Lo stesso avveniva per altre celebrazioni».
 
Ad inizio dell'Avvento del 1577, nel tempo liturgico che lo inclinava alla tenerezza da vero «contemplativo», fu incarcerato, maltrattato sia fisicamente che psicologicamente. Privato anche del Pane Eucaristico, poteva affidarsi solo alla nuda Fede.
 
Gli venne lasciato solo il breviario per vivere l'Avvento e meditare la Parola di Dio, assaporare nel suo intimo i Vangeli dell'Infanzia e il Prologo del Vangelo di Giovanni.
 
E così accade quel miracolo di morte e resurrezione nella sua anima contemplativa e poetica, che lo condusse alla fuga spirituale, nonostante il corpo abbandonato nella misera cella, che descrive con la prima delle STROFE DELL’ANIMA
 
In una notte oscura,
 
con ansie, dal mio amor tutta infiammata,
 
oh, sorte fortunata!,
 
uscii, né fui notata,
 
stando la mia casa al sonno abbandonata.
 
 
I Padri della Chiesa insegnano che il Verbo di Dio viene «abbreviato» e «crocifisso» anche nella Scrittura, perché riviva nel cuore e nell'anima del credente. Ci sono momenti così gravi nei quali il Verbo di Dio deve essere difeso e incarnato non soltanto nell'esistenza obbediente del discepolo eletto, fino ad offrire la sua carne alla morte, affinché il Verbo scritto possa risuonare nella bellezza di Parola vivente, risorta.
 
Parola intensa che perfino i non «uditori» sono attratti ad ascoltarla, almeno per la forma artistica così alta da apparire loro «come un miracolo». È così che nel tempo della Chiesa la carne del discepolo si fa Verbo, perché risuoni in forma viva e attuale.
 
In questo senso, in ogni vero credente «uditore della Parola» si attua qualcosa di questo miracolo; ma a Giovanni fu chiesto d'offrirsi fino a far risuonare la Parola biblica, anche poeticamente ed esteticamente.
 
 
 
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