Immagine e dono di Dio (Strofe c1, parte 1 di 5) - Romanze di San Giovanni della Croce

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Immagine e dono di Dio (Strofe c1, parte 1 di 5)

La VII Romanza > I messaggi
Nella III romanza si legge della volontà del Padre che desidera donare altro amore al Figlio, talmente altro da doverlo creare:
- sarà dono, quindi nuovo, perciò di natura creata,
- sarà amato, non posseduto e desiderabile, perciò sarà libero e somigliante,
- potrà liberamente riamare, perciò avrà volontà ed intelletto propri.
Don Divo Barsotti osserva che l'unione nuziale non può avvenire tra ogni creatura e il Verbo, in quanto è Dio, ma col Verbo incarnato: perché la sposa sia amata deve ricevere per prima un dono; è Dio che si fa uomo per potersi perfettamente donare per le nozze.
Negli amori perfetti
questa legge è richiesta
La ragione dell’Incarnazione del Verbo è l'amore, un amore nuziale che inizia con il dono di una Persona divina a una persona creata, come il rapporto della Madre col Figlio.
Ricevuto dalla Madre l’essere uomo, il Figlio stesso di Dio può donarsi in Gesù alla persona della Vergine, come sposo alla sposa: “come sposo dal talamo, esce, abbracciato con la sua sposa che trae nelle sue braccia” (IX Romanza)
Il Padre rivela al Figlio la legge dell'amore perfetto: il Figlio deve essere simile alla sposa, l'Amante all'amato; così la sposa sarà perfettamente appagata, vedendo lo Sposo somigliante a sé nella carne.
Dal mistero della vita intima di Dio proviene la comunicazione di vita, che è l'ordine di grazia, per cui il Figlio di Dio diviene Figlio dell'uomo; associando a Sé la creatura e, unendosi quale sposo, fa la creatura sua sposa.
Mi voluntad es la tuya
el Hijo le respondía­,
y la gloria que yo tengo
es tu voluntad ser mía,
y a mí me conviene, Padre,
lo que tu Alteza decía,
Ya que el tiempo era llegado
en que hacerse convenía
el rescate de la esposa,
que en duro yugo servía
debajo de aquella ley
que Moisés dado le había,

el Padre con amor tierno
  de esta manera decía:
  ­Ya ves, Hijo, que a tu esposa
  a tu imagen hecho había,
y en lo que a ti se parece
  contigo bien convenía;
  pero difiere en la carne
  que en tu simple ser no había

porque por esta manera
tu bondad más se vería;
veráse tu gran potencia,
justicia y sabiduría;
irélo a decir al mundo
y noticia le daría
de tu belleza y dulzura
y de tu soberanía.

En los amores perfectos
  esta ley se requería:

  que se haga semejante
  el amante a quien quería;
 que la mayor semejanza
  más deleite contenía;
 el cual, sin duda, en   tu esposa
  grandemente crecería
  si te viere semejante
 en la carne que tenía.
Iré a buscar a mi esposa,

 y sobre mí tomaría
  sus fatigas y trabajos,
en que tanto padecía;

y porque ella vida tenga,
  yo por ella moriría,
  y sacándola del lago
  a ti te la volvería.
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