Statio XI
Gesù inchiodato in Croce
Salmo 22,17-19
Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.
Salmo 22,8-9
Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico!».
Salmo 22,20-23
Ma tu, Signore, non stare lontano, tu, mia forza, accorri in mio aiuto.
Scampami dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita.
Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei bufali.
Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all'assemblea.
Attorno a Gesù sono radunati tutti, pagani e giudei in malafede.
Già dissanguato per la flagellazione, lo hanno fissato alla croce con chiodi.
Altri osservano come muore un falso profeta, per i soldati l’indifferenza di un dovere da sbrigare, dividendo tra loro e giocando a sorte le sue vesti.
Il popolo guardava, mentre i capi lo schernivano, sfidandolo in quanto Messia a salvare se stesso.
La scritta, sopra il suo capo diceva: ‹Questi è il re dei Giudei›.
Alcuni speravano che il miracolo del Messia si manifestasse con la liberazione dalla croce, e uno dei malfattori pretendeva la salvezza per tutti e tre.
Comunque sia stata la nostra condotta, il male compiuto non supera l’amore del Signore per le sue creature; l’ultimo errore sarebbe non sperare in umile pentimento nella Misericordia del Signore.
Il ladrone pentito rammentò all’altro di aver timor di Dio, crocifisso come loro, senza aver fatto nulla di male, e aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
Il Signore ha dimostrato di apprezzare un sincero pentimento anche nel suo momento più difficile, al culmine della sua sofferenza, rispondendo: «In verità ti dico: oggi sarai con me nel paradiso».
Loderanno il Signore quanti lo cercano: «Viva il loro cuore per sempre».
Ti preghiamo o Cristo, se vuoi puoi guarirci e salvarci nel corpo, ma soprattutto hai voluto fino all’ultimo respiro la salvezza delle nostre anime che il Padre ti ha affidato.
Offrici numerose occasioni di conversione e grazia di fortezza, perché siamo deboli nelle tentazioni e sofferenze.
Concedi anche ai più lontani l’occasione per invocare la tua misericordia, come riserbasti le ultime umane forze per intercedere a discolpa degli infelici perché sai che nessun uomo può da solo capire.
Accogli i nostri defunti nella gloriosa schiera dei santi, scrivi anche i loro nomi nel libro della vita.
Speriamo incessantemente, crediamo profondamente nella vita eterna e nell’invito al banchetto che Gesù ci offre insieme alle grazie che ci rendono degni del suo invito:
«o Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma dì solo una parola ed io sarò salvato».
Medico delle anime e dei corpi, dona sollievo ai malati, conforto ai moribondi, visita e rinnova tutti gli uomini con la tua misericordia.
Grazie d’aver creato la nuova alleanza con il tuo sacrificio.