Statio I
Gesù è condannato a morte
Luca 23, 21-24
... urlavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!".
(Pilato), per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui?
Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte.
Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò".
Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso;
e le loro grida crescevano.
Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita.
Pilato è sopraffatto dai conflitti, tra sé e la folla, tra la giustizia e l’ordine pubblico, tra l’esercizio del potere e la gestione della folla.
Pilato rinuncia al suo ruolo e recede dalla sua responsabilità; non riesce ad essere giusto perché non distingue la verità; nella premura di chiudere una causa prova a delegare ad Erode e poi cede alla folla.
Gesù è ora solo: il giusto è nelle mani della folla che ha già giudicato, il mite è vittima innocente perché la folla ha sete di sangue e condanna il solo che può salvare l’umanità.
L’istinto umano ci spinge alla fuga dalle difficoltà e dal pericolo, per non sbagliare abbandoniamo le responsabilità.
Preghiamo lo Spirito Santo, il solo che porta consiglio nella debolezza e ci rende forti e miti allo stesso tempo per agire giustamente e rendere testimonianza alla verità.
Autore della vita e modello di ogni santità, giudicato degno di supplizio, dà perdono e salvezza a noi, veramente meritevoli di condanna.
Il tuo sangue, invocato dal popolo prediletto, scenda su tutti gli uomini come lavacro di purificazione e di salvezza.