Scritti: La povertà nella Bibbia
Scritti
Riportiamo uno stralcio da una approfondita
ricerca fatta da don Orazio sul tema della povertà nella
Bibbia.
Ci si è soffermati sul grande capitolo della giustizia
sociale nella Bibbia (condanna del furto, dell'usura, dell'oppressione
operaia, dell'avarizia ...). Le vittime di questo stato di cose sono i poveri.
Esaminando da vicino la loro condizione, contrastante con quella del ricco,
essi sono apparsi nella loro squallida, quasi sempre ingiusta, sofferenza: Dio
stesso ne prende le difese, minacciando gli oppressori, dettando leggi per
salvaguardare i poveri, incitando tutti al dovere della misericordia. Dio
ascolta le loro suppliche, anzi si identifica con loro. Un altro grande
capitolo è stato quello della concezione della ricchezza, che subisce una
evoluzione di progressivo approfondimento e superamente nel nuovo testamento:
ne deriva l'invito di Cristo alla povertà evangelica. I beni non sono trattati
con schemi prefabbricati, nel loro aspetto teorico, ma in concreto, nei
rapporti reali con i poveri: così li presenta la Bibbia.
Si può dire che la
Bibbia propugni la proprietà privata? In realtà non se ne occupa direttamente.
Non se ne occupa perché non è il suo scopo quello di fare della dottrina sociale.
Unica fondamentale preoccupazione della Parola di Dio è la gloria di Dio e il
Suo regno, instaurato attraverso la salvezza degli uomini. Potremmo tuttavia ricavarne
alcuni principi, deducendoli da determinati atteggiamenti concreti proposti
dalla Sacra scrittura. Anzitutto è da tener presente che nel Vecchio
Testamento, la terra d'Israele è di Dio e soltanto Sua. Da notare che una
proprietà assoluta, in senso filosofico, non si è mai data, né mai si darà. La
stessa vita dell'uomo non è dell'uomo in senso assoluto, ma gli è donata da
Dio, e non può disporre contro il suo volere.
La proprietà dunque, anche nel Nuovo Testamento, non
sarà mai "assoluta", perché essa è di Dio, è uscita dalle sue mani:
l'uomo ne usufruisce nella misura in cui serve a lui e ai fratelli.