Testimonianze: don Orazio nel ricordo di alcuni ragazzi
Testimoni
DON ORAZIO NEL RICORDO DI
ALCUNI RAGAZZI
Sono un ragazzo del "Ghetto" molto
affezionato al "Don" il
soprannome con cui lo chiamavamo. Un giorno d'estate si sparse la voce nel
rione che era arrivato un giovane
curato. Credevamo che fosse come tutti i preti, barboso, ma non era vero, dopo poco tempo noi ragazzi c'eravamo
affezionati. Quando l'ho conosciuto facevo
la quinta elementare e quando "don" arrivava alla scuola "Garibaldi" la scuola era in
tumulto, lo chiamavano da tutte le parti e gli andavano incontro come una marea e lui ci salutava
scherzosamente. Quando ci confessava per noi
non era la solita predica ma un colloquio. Per non annoiarci mise su una
"baracca" e in una di queste stanze si stampava il giornale fondato
da lui: "Terzo Canale"; era un simpatico settimanale, fatto da noi
ragazzi, il quale parlava di fatti molto interessanti del nostro rione.
Purtroppo un brutto giorno in una delle tante lettere che ci mandava, si
parlava del suo trasferimento in un'altra Parrocchia. Entro trenta giorni noi
ragazzi raccogliemmo cinquemila firme per far rimanere "don".
Purtroppo non vi fu nulla da fare. 11 15 agosto 1973 fu trasferita in via
Vesuvio dove noi ragazzi andavamo a trovarlo.
Purtroppo il nostro bravo "don" morì nell'incendio della chiesa N.S.
della Provvidenza e fu una morte che egli non meritava specialmente a quella
età. Il giorno del funerale io non andai a scuola per recarmi insieme ai miei
genitori alla cerimonia funebre. Tutti i ragazzi del "Ghetto"
piangevano il nostro curato che nei tre anni che era stato con noi si era
conquistato la simpatia e l'amore di tutti noi ragazzi.
Un ragazzo del "Ghetto" Michele
Incarnato
Nella mia vita rimarrà per sempre il nome di questo
personaggio esemplare che ha vissuto dedicando la propria esistenza alla carità
e alla vocazione. Il mio cuore fu amareggiato già un anno fa quando appresi la
notizia del trasferimento di Orazio. Facemmo di tutto, andammo a raccogliere
firme in tutti i caseggiati e parlammo anche in curia per evitare il
trasferimento, ma tutto invano. Forse "don" avvertì anche in senso
fisico e doloroso il messaggio dei suoi "confratelli", ma fu fedele
alla sua fresca professione di obbedienza. Così perdemmo un "tesoro"
di amico. Egli sacrificò per noi anche molte ore di studio che per lui erano
molto importanti perché doveva diplomarsi al Conservatorio molto presto. Era
uno degli allievi migliori, aveva la stoffa per diventare un grande musicista.
Era di animo buono, sempre pronto a consolare con il suo sorriso. "Beati i
puri di cuore perché vedranno Dio": è la frase che noi tutti ricordiamo
sovente parlando del nostro fratello Orazio.
Stefano Biggio
Ricordo come fosse ora il primo giorno che vedemmo
"don". Noi ragazzi dapprima lo consideravamo un prete come tutti gli
altri, ma poi si dimostrò diverso. In poco tempo aveva conquistato tutte le
persone del quartiere. Con lui iniziammo a fare delle collette e a raccogliere
abiti e offetti per la gente più povera. Tutti lo capivamo e ci chiedevamo
perché una persona così era capitata proprio a noi. Raccogliemmo abiti ed
altre cose necessarie per aiutare la gente innocente coinvolta nell'inutile
guerra del Vietnam. Fu lui che organizzò anche un coro che rianimava la chiesa.
Ascoltavamo, spesso incantati, con quale bravura egli suonasse il pianoforte.
Quando gli dissero che doveva trasferirsi a fare da spalla al parroco don
Acciai, gli dispiacque perché lì dove si trovava aveva trovato il terreno duro
che gli piaceva. La notizia del trasferimento fece scalpore.
Sui muri delle case
comparvero scritte: Orazio non te ne andare, resta con noi, non lasciarci.
Marco Rossi
Don Orazio era per me come un amico, anzi, a dire
la verità sembrava un fratello e lui sacrificava molto di sé per noi. Ci
aiutava nei compiti di latino e italiano; a volte ci intratteneva con qualche
ora di musica. Spesso saltava i pasti per studiare. Egli si era congedato con
noi con uno dei tanti biglietti che mandava per le case e diceva pressapoco così: "Ragazzi
sono stato con voi molto tempo ed ora è arrivato il momento di lasciarci. Non
prendetevela, mi sostituirà un sacerdote più bravo di me". Faceva molto
per tutti, sia conoscenti che estranei, e si dedicava tutto con molto impegno
e senza mai riposarsi ed è per questo motivo forse che Dio lo ha voluto
con sé, per rendergli meno faticosa la vita.
Luigi Bonanno
Organizzava molte cose per
noi ma soprattutto voleva che noi bambini andassimo a trovare le persone
anziane del quartiere per tenere loro compagnia, magari portando un etto di
caffè. Nei giorni che ero libero andavo là, nella parrocchia ad aspettare con
gli altri ragazzi che arrivasse, e quando arrivava era sempre di buon umore con
la sua moto tutta scassata. Era molto sbrigativo nelle sue cose e dava molta
confidenza a noi bambini: voleva che lo chiamassimo "don" e che ci
dessimo del tu.
Io, chissà perché, non ci
sono mai riuscito.
Stefano
Io lo ammiravo molto perché ci vuole molto sacrificio per fare quello che
ha fatto per tanta gente.
Massimo
È stato il primo prete della parrocchia di S. Marcellino che si è dedicato
a noi ragazzi con pazienza e sopportazione.
Paolo
Dal cielo ci guarda, ci sorride, ci aiuta e ci consola come se fosse
rimasto tra noi. Le persone come lui vivranno per sempre dentro il nostro cuore
perché il suo passaggio sulla terra ha lasciato le impronte del bene.
Paolo
Fu breve il suo passaggio su questa terra, a noi resta il ricordo di questa
grande figura e continueremo ad operare secondo i suoi consigli, non c'è modo
migliore per onorarlo.
Antonio