San Marcellino (GE) - la storia della parrocchia di San Marcellino - San Marcellino

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San Marcellino
Santa Maria Addolorata del Maragliano
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San Marcellino (GE) - la storia della parrocchia di San Marcellino

Correva l'anno 1936 quando l'architetto L. C. Daneri portava a compimento il progetto della chiesa di San Marcellino, una chiesa nuova che sostituiva quella ormai vetusta di Via del Campo, del centro storico di Genova.
Una grande chiesa che di lì a qualche decennio avrebbe visto sor­gere intorno a se un quartiere immenso.
A 70 anni dalla fondazione, ho ritenuto opportuno raccogliere e conservare la memoria di questi anni, dai primordi della sua costruzione, con l'avvicendarsi dei parroci e dei sacerdoti che hanno lavorato in questa chiesa e per questa popolazione.
Quando ho cominciato a pensare ad un tale progetto, l'ho poi comu­nicato ai miei parrocchiani, alcuni (pochi ormai) ancora testimoni oculari dei primordi in questi decenni che hanno visto una trasfor­mazione radicale delle abitudini e del tessuto stesso della popola­zione.
Molti mi hanno offerto fotografie rare e preziose che sono state col­locate in un susseguirsi cronologico di fatti e avvenimenti dagli inizi ai nostri giorni.
Grazie a quanti hanno contribuito alla pubblicazione di questo opu­scolo, che altro non vuol essere che la memoria storica di un passa­to non poi così lontano da noi.
Uno sguardo retrospettivo in cui qualcuno forse si ritroverà magari con una certa nostalgia e forse con qualche rimpianto.
Chi non ha memoria del passato non ha neppure prospettive di futu­ro.
Affidando il nostro futuro nelle mani di Dio.
Don Nicola
SEQUENZA PARROCI
sac. Pietro BRUZZONE,
dal 1936 al 23/04/1941
(giorno della sua morte)
sac. Modesto ANDRIANOPOLI,
dal 15/06/1941 al 15/06/1982
(+ il 25/07/1986)
sac. Giorgio GIOBBE,
dal 3/7/1982 al 7/1993
(+ il 10/07/1993)
sac. Nicola DE VIRGILIO,
dall' 11/1993 al 9/2021
sac. Alessandro BUCCELLATO,
dal 10/2021 al 10/2022
p. Giuseppe ZALTRON,
dal 10/2022
SEQUENZA VICE PARROCI
 
don Adriano BOZZO (dal 1936 al 1940)
don Giuseppe MAURIZZI (nel 1941)
don Bruno GIAMBI (dal 1944 al 1971)
don Orazio CHIAPPARO (dal 1971 al 1973)
don G.B. CASTELLARO (dal 1973 al 1984)
don Carlo SOBRERO (dal 1985 al 1987)
don Massimo MORONCELLI
don Gianluigi GANABANO (dal 1991 al 1997)
don Paolo ROMEO (dal 1997 al 1998)
Don Pietro Bruzzone
dei fu Giovanni e Caterina Olivieri, nato a Campoligure, diocesi di Aqui, il 18 giugno1878,
ordinato a Genova il 24 settembre 1904,
già Prevosto della Chiesa dei SS. Andrea e Ambrogio,
quindi Canonico a N. S. del Rimedio,
da ultimo Prevosto della trasferita Parrocchia di S. Marcellino in via Bologna,
morto ivi il 23 aprile 1941.
Il 26 febbraio 1934 don Pietro Bruzzone firmava il contratto ed il capitolato con gli Ingg. Pier Luigi Nervi e Giovanni Bartoli che si assumevano l'onere della costruzione della Nuova Chiesa secondo il progetto dell'Arch. Luigi Carlo Daneri.
Il compenso "a corpo" dei lavori di terra, murari, in cemento e le opere di finitura fu stabilito in £ 630000. Così si legge nelle cronache del tempo:
"Il 4 marzo del 1934, alle ore 15, l’anno XII del Pontíficato di Pio XI - felicemente regnante V. Emanuele III - Carlo Damazio Mínorettí, Cardinale - Arcivescovo di Genova - pose con rito solenne la prima pietra - dí questa chiesa parrocchiale - dedicata a S. Marcellino Prete e Martire essendone qui trasportato dalle prisine sedi titolo e beneficio - la quale Luigi Carlo Daneri Architetto - opera e studio liberamente prestando disegnò - e Pietro Bruzzone Canonico delegato all'esecuzione - su area del munícipio generosamente concessa - col denaro di privata munificenza - imprese ad edificare - aggiungendo all’antico il nuovo titolo - della Vergine Addolorata - che il popolo suo peculiare e l'intera Città sotto la sua protezione materna - faccia sicura e felice".
Il M.R. Pietro Bruzzone, canonico del Rimedio, era nel frattempo parroco di Sant'Ambrogio in città, quando fu delegato alla costruzione della Chiesa.
"Con la posa della pietra, avranno immediatamente inizio í lavori; in modo che in breve tempo sarà appagato il desiderio di quelle popolazioni che da tempo implorano di veder costruita accanto alle proprie la casa del Signore".
Domenica 12 gennaio 1936 al mattino, alle ore 8, il Cardinal Minoretti benediceva la nuova Chiesa Parrocchiale. Nell'omelia l'Arcivescovo dopo aver invocato la benedizione di Dio sui lavoratori, gli architetti e tutti quelli che avevano contribuito con l'opera ed il denaro alla costruzione della Chiesa procedeva alla sua consacrazione. Nel pomeriggio ritornato per il canto dei Vespri, parla del Parroco, ne descrive la missione, indica i suoi doveri: offrire, benedire, predicare. Sollecita l'amore e la partecipazione della gente all'edificazione della Chiesa interiore. “Amate la vostra Chiesa!”.
Accanto all'Arcivescovo, assistito dal liturgista Mons. Prof. Giacomo Moglia, il Prof. Don Giuseppe Siri, futuro Arcivescovo di Genova. Al termine la benedizione al popolo di Dio. Con decreto in data 12 ottobre 1936, S. Eminenza il Card. Arcivescovo di Genova, Dalmazio Minoretti dispose che la chiesa parrocchiale di San Marcellino, trasferita in Via Bologna, portasse in seguito la denominazione "Chiesa parrocchiale di S. Marcellino P. (prete) M. (martire) e della B. Vergine Addolorata. I primi problemi, le prime difficoltà per il Parroco don Bruzzone: una vita stroncata dalla fatica e dalle preoccupazioni.
Il 23 aprile 1941, all'età di 63 anni, dopo appena 5 anni dal suo insediamento, moriva lasciando un rimpianto ed il ricordo della sua personalità buona, seria, operosa, dedita totalmente al servizio della Chiesa e della sua gente. La salma venne deposta al cimitero di Campoligure luogo di origine della sua famiglia.

Don Modesto Andrianopoli
nato a S. Siro di Struppa, in località Cà dei Baghini il 4 Giugno 1904,
ordinato sacerdote l’11 Giugno 1927 dall'allora Arcivescovo di Genova Card. Minoretti,
inviato quindi parroco a S. Marcellino dal Card. Pietro Boetto nel 1941,
muore nel 1986.
Era nato a S. Siro di Struppa, in località Cà dei Baghini, il 4 Giugno 1904, primo di nove figli. Insieme all'altro fratello Luigi intraprese il cammino verso il sacerdozio. Il 15 settembre 1915 iniziò i suoi studi nel seminario Arcivescovile di Genova.
Fu ordinato sacerdote l’11 Giugno 1927 dall'allora Arcivescovo di Genova Card. Minoretti. I primi anni del suo ministero sacerdotale li trascorse prima nella Val Bisagno, a Borgo Incrociati e poi nella Parrocchia di Castelletto, dedicandosi soprattutto ai giovani dell'Azione Cattolica che conduceva poi personalmente a servire gli anziani. Insegnò al Liceo Ginnasio A. Doria in Genova. Fu inviato quindi parroco a S. Marcellino dal Card. Pietro Botto nel 1941 dopo la morte del Can. Pietro Buzzone. Guidò la Parrocchia per ben 41 anni ed ebbe come Vicari parrocchiali i sacerdoti Agostino Rebora 1941, Bruno Giambi dal 1944, Orazio Chiapparo nel 1971, G.B. Castellano nel 1973. E la nuova Chiesa-Parrocchia fu in continuo aumento: 1954 6.000, 1957 7.000, 1970 12.000. Nel 1941-45 la guerra: la nuova chiesa è ferita dalle incursioni aeree nemiche la sera tra il 7 e l’8 Agosto 1943, il 14 Giugno e il 2 Agosto 1944. Ed egli provvide con le sue capacità. Don Modesto non si disanima: dal 1945 al 1948 tutto è rifatto, migliorato. La Chiesa riaccoglie i suoi fedeli il 22 Febbraio 1948, alla presenza di Mons. Giuseppe Siri nuovo Arcivescovo di Genova. Costruì la Torre votiva dell'Addolorata davanti al Sacro tempio, promessa con voto e come monumento a ricordo delle vittime della 2a Guerra mondiale. La inaugurò nel 1952 in occasione del suo 25° di Messa nel 1952. Aveva chiesto ed ottenuto, con buona riverente audacia, un contributo al Papa Pio XII il 21 Aprile 1952 in occasione dell'udienza privata ottenuta per lui ed il gruppo dei suoi parrocchiani in pellegrinaggio a Roma. Per il 40° del suo sacerdozio fu approntato il nuovo altare rivolto verso il popolo, il nuovo pavimento. L'impegno per i lavori per l'edificio sacro, che egli amò moltissimo, fu intenso e prolungato. Tutto fu superato con l'aiuto di Dio e dei parrocchiani. Dal 1964 al 1973 Don Modesto fu anche Vicario del 1° Vicariato urbano. Nel cinema parrocchiale sottostante la Chiesa egli aggregò la popolazione del quartiere, prima dell'avvento della televisione che portò il cinema nelle case della gente. Da tempo, quasi 10 anni, Dio lo aveva chiamato alla sofferenza: riduzione lentamente progressiva, coll'addizionarsi degli anni, delle forze fisiche, psicologiche e morali. Lasciò l'incarico parrocchiale nelle mani di don Giorgio Giobbe e si ritirò a vita privata, ospite della Piccole Sorelle dei poveri, dove visse nella serenità e nella pace gli ultimi anni della sua vita.
Il 28 Luglio 1986, nella chiesa di S.Marta in Genova, sotto la presidenza di suo fratello Mons. Luigi Andrianopoli e circondato dall'affetto di 25 sacerdoti amici furono celebrati i suoi funerali in un clima di grande e profondo raccoglimento, ricco di preghiere, all'età di 82 anni.
Le sue spoglie riposano nel cimitero di S. Siro di Struppa, nella tomba di famiglia.

Don Orazio Chiapparo
nato a Parghelia (CZ) il 21 ottobre 1948,
ordinato a Genova il 2 Maggio 1971,
vice parroco a San Marcellino fino al 1973;
trasferito poi alla chiesa di N. S. della Provvidenza,
morto il 5 aprile 1974 in ma tragica fatalità insieme al parroco Don Acciai e alla madre di quest'ultimo.
"Ho davanti tre bare e due famiglie in lutto. I resti di una tragedia quale non si ricorda nella Chiesa Genovese. Dietro alla tragedia tutta una parrocchia in lacrime, sulla quale in questo momento tutta la diocesi si china con affetto fraterno, pari al rimpianto, come se un immenso abbraccio potesse riportare la vita.
Il vostro parroco è tornato a Dio con sua madre. Guardatelo.
Ed anche questa donna va ricordata, perchè tutti intuiscono che parte hanno le madri del dare un temperamento tipico al figlio.
Debbo ora ricordare il Vice Parroco, Don Orazio. Non sono passati ancora due anni da che gli imponevo le mani per consacrarlo sacerdote, come, del resto in anni lontani avevo io ordinato Don Antonio e tocca a me celebrare oggi il rito funebre.
Don Orazio aveva cattivato a sé tutta la parrocchia di San Marcellino. Venne qui unicamente perché qui c'erano le condizioni per portarlo presto al termine dei suoi studi di musica al Conservatorio, dove era stimato tra i massimi.
Anche lui era di un'anima semplice, vorrei dire angelica. La cordialità, la discrezione, il passo leggero, l'operazione senza rumore, la gentilezza innata, la virtù seria e profonda. Ora che la luminosità della sua anima cominciava a rivelarsi pienamente qui, si rivolse nella mortale fiammata e forse per questo la mano del musico si fermò per sempre su un tasto che raccomando a voi di continuare ad ascoltare.
Non posso continuare perché è difficile anche per me parlare di due sacerdoti defunti, che avevo consacrato e amato. Le condoglianze che mi sono giunte da tutta Italia e anche dall'estero, dallo stesso Romano Pontefice, hanno reso più evidente il disastro, più grande la tragedia. Più sopportabile il dolore.
Davanti a me stanno anche quel che rimane di due famiglie: nei loro confronti noi dobbiamo prendere il posto dei figli, che Dio ha chiamato a sé dal loro degno e fruttuoso sacerdozio. Amen."
Dall'omelia tenuta dal Cardinal Siri
il 9 aprile 1974 per i funerali di Don Antonio Acciai,
della mamma di Don Antonio Acciai e di Don Orazio Chiapparo

Don Giorgio Giobbe
figlio di fu Giovanni Battista e fu Giorgerini Bruna,
nato a Genova il 24 gennaio 1940,
ordinato sacerdote a Genova il 30 giugno 1963;
parroco di Pietralavezzara dal 1973,
poi parroco di San Marcellino da 1982,
deceduto a Genova il 10 luglio 1993.
Era nato a Genova il 24 gennaio 1940. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1963.
Don Giorgio visse due esperienze pastorali come vice parroco nelle parrocchie di Regina Pacis e dell'Immacolata in via Assarotti.
Dal 1973 fu parroco in Pietralavezzara di cui conservò sempre un caro ricordo.
In quegli anni si impegnò generosamente donando tempo e disponibilità per le missioni essendo stato nominato direttore dell'ufficio missionario diocesano.
Nel Luglio 1982 gli venne affidata la parrocchia di San Marcellino in Genova succedendo a Mons. Modesto Andrianopoli che nel frattempo si era ritirato a vita privata nella sua famiglia. Furono anni pienamente consacrati alla sua parrocchia in un impegnato ministero pastorale, ricco e vivo di parole, incontri, aiuti, consigli.
Gli ultimi anni furono segnati dalla malattia: dopo aver chiesto l'azione, il Signore gli chiedeva la vita trasformando ogni sua giornata in una Messa.
Morì il sabato 10 Luglio 1993, lasciando a soli 53 anni un ministero interrotto nel pieno della maturità umana e sacerdotale.

Don Nicola De Virgilio
nato il 25 Maggio 1945 a Molfetta,
ordinato sacerdote a Genova il 29 giugno 1968,
divenuto parroco di S. Giovanni Battista di Aggio,
poi nel 1990 di S. Maria di Granarolo
e dal 1993 anche parroco di San Marcellino fino al 2021.

Fino alla 1a Liceo ha frequentato gli studi nel seminario Regionale di Molfetta, poi trasferitosi a Genova, perché figlio di papà navigante. Compiuti gli studi nel seminario di Genova, dove fu ordinato sacerdote il 29/6/1968 dal Card. Siri, unico sacerdote diocesano del 1968.
Inviato come vice-Parroco a S. Siro di Struppa fino al 1986 col Parroco don De Micheli prima e con don Vidinich poi; divenuto parroco di S. Giovanni Battista di Aggio, vacante a seguito della morte del parroco don Ricchini.
Trasferito poi a S. Maria di Granarolo nell'Ottobre del 1990. Infine, alla morte di don Giobbe nel 1993, nominato Parroco anche di S. Marcellino.
Ha avuto come suoi collaboratori prima don Gianluigi Ganabano e poi don Paolo Romeo, promossi successivamente parroci.
Dal 1993 sorregge con l'aiuto di Dio le due Parrocchie, senza altri sacerdoti collaboratori, data la scarsità del clero, ma soprattutto con l'aiuto di tanti buoni parrocchiani, che, consapevoli delle difficoltà delle parrocchie, mai gli fanno mancare l'affetto e la collaborazione.
A loro la mia gratitudine e la benedizione del Signore. Fino a che il Signore mi darà forza e salute.
I mio passato, o Signore, alla Tua misericordia
Il mio presente al Tuo Amore
Il mio avvenire alla Tua Provvidenza"
Padre Pio
Don Alessandro Buccellato
nato il 21 Maggio 1966,
ordinato sacerdote il 2 Maggio 1992,
precedentemente parroco di S. Bartolomeo Apostolo di Promontorio
e della Natività di Maria SS. in Belvedere.
Nel 2021 nominato parroco di San Marcellino e di S. Maria di Granarolo.
Padre Giuseppe Zaltron
nato il 2 Agosto 1958, a Noventa Vicentina (Vi)
ordinato sacerdote il 12 Giugno 1994,
precedentemente parroco nel vicariato di Genova Voltri.
Nel 2022 nominato parroco di San Marcellino e di S. Maria di Granarolo.
IL QUARTIERE
Gli abitanti risiedevano negli edifici costruiti tra il 1920-25 dal Comune di Genova sullo spianamento ricavato tra le due vallette, quella a levante originata dal rivo Cucco o S. Lorenzo e quella a ponente originata dal rio Re.
La roccia del monte Cucco scendeva fino alla via Bologna dove attualmente sussistono i negozi del forno, cartoleria, macelleria, farmacia, La lacona...
Via Ferrara non esisteva. Dove attualmente c'è il negozio "Arredamento e mobili" c'era una fabbrica di calce "La Cassinea" che per produrla estraeva la pietra dal monte Cucco. Vicino alla fabbrica vi era l'abitazione dell'ostetrica della zona, "a scia Cresci".
Dove attualmente c'è il Gulliver e tutti i palazzi adiacenti c'era un grande piazzale in fondo al quale due gallerie nel monte servivano da rifugio antiaereo durante l'ultima guerra mondiale. L'attuale scuola elementare e i palazzi adiacenti e sopra non esistevano, il Monviso non esisteva. I ragazzi frequentavano la scuola Garibaldi in piazza Sopranis e la Lanfranco Cicala in sal. Angeli, il cui Direttore didattico, per ambedue le scuole, era il maestro Taviani, padre dell'on.le P.E. Taviani. la zona dov'è attualmente la scuola era chiamata "da u Gallinetta", lì c'erano le stalle di cavalli "du Peu" per trasporto merci a trazione animale. I figli di Peu abitano ancora in zona: una è la Lisin in P.za Pestarino e un altro "u Ballin" in Granarolo. C’erano numerose stalle con mucche che fornivano il latte per il fabbisogno locale, quali quelle "da Mimma", "da Catainin" in sal. Angeli, da "a Maria du Re", che veniva a vendere la verdura alle porte delle case. I negozi erano: il forno "da a Maria du Ciaciu", "a Milia da Baracca", per frutta e verdura, e il marito, "u Nando", per carbone, legna e mattonelle. C'era poi la drogheria "da Scia Enrichetta", con l'unico telefono pubblico. In piazza V. Coda (poi P.za Pestarino), al n.1, dove ancora recentemente c'era una latteria, si trovava la farmacia del dott. Calosi.
L'autobus partiva da p.za Dinegro e faceva capolinea davanti alla drogheria, ora tabaccheria  Dagna. Alla sera, quando i lavoratori rientravano a casa, il mezzo era stracarico.
Erano per la maggiora parte portuali con ancora il gancio da lavoro attaccato dietro alla cintura dei calzoni. A volte, all'inizio di via Venezia, gli uomini dovevano scendere e spingere l'autobus perché non ce la faceva a salire. L'illuminazione delle strade non era elettrica, ma all'imbrunire passava il gasista che con un lungo bastone accendeva i lampioni a gas.
Gli alberi non erano le attuali "bagolarie", ma acacie, e durante la fioritura sembravano coperti di neve ed emanavano un profumo delizioso.
Questi, in sintesi, alcuni cenni per evidenziare che il quartiere in cui viviamo, negli anni prima della guerra, era molto diverso da come è oggi.
LA PARTECIPAZIONE IN PARROCCHIA
Dal 1930 al 1940, il viceparroco Don Bozzo, ragazzo del '99, arruolato durante la prima guerra mondiale, aveva organizzato un gruppo di chierichetti che numeroso partecipava puntualmente a tutte le funzioni religiose e istituito l'Azione Cattolica dei giovani.
Il parroco era coadiuvato anche dal sac. Don Maurizi Giuseppe, musicista, matematico, astronomo, persona umile ma colta. Partecipò con Amundsen, il celebre esploratore, ad una spedizione verso il Polo Nord (1919-20), che non riuscì appieno a causa dei ghiacci in deriva, e Don Giuseppe rimase parzialmente debilitato per il congelamento degli arti inferiori.
L'Azione Cattolica, tutta, partecipava alle funzioni liturgiche. Infatti, alla domenica, c'era una folta rappresentanza di uomini anche ai Vespri che cantavano i Salmi, accompagnati all'organo dal Parroco. Dopo la benedizione Eucaristica il Parroco li invitava in canonica e offriva loro un bicchiere di buon vino accompagnato da biscotti del Lagaccio.
C'era anche una folta partecipazione alle Missioni predicate dai Missionari di Fassolo dal P. Gaetano De Giorgi e dal Padre Gavotti. alcuni fedeli, particolarmente interessati, stenografavano anche le prediche.
La Chiesa, data la sua particolare struttura, era freddissima, e parecchie donne si portavano un mattone caldo per riscaldarsi.
Tutti i venerdì pomeridiani si svolgeva la Via Crucis in Chiesa al canto dei versetti dello "Stabat Mater" in onore della Vergine Addolorata.
In Chiesa, oltre alle panche, c'erano anche le sedie di paglia, e i fedeli prima di entrare dovevano assicurarsi di avere in tasca "e palanche pe' a careghetta" che la moglie del sagrestano distribuiva a coloro che ne facevano richiesta.
PELLEGRINAGGI PARROCCHIALI
Visita Pastorale di Card. Tettamanzi (1997)
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