San Marcellino (GE) - la costruzione della chiesa di San Marcellino - San Marcellino

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San Marcellino
Santa Maria Addolorata del Maragliano
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San Marcellino (GE) - la costruzione della chiesa di San Marcellino

Con l'aumento della popolazione della zona di via Venezia e via Bologna, la Parrocchia di S. Teodoro non poteva più svolgere appieno il suo apostolato; pertanto la Curia decise la costruzione di una nuova Parrocchia in via Bologna trasferendovi il titolo della Chiesa di S. Marcellino di via del Campo.

La costruzione di questa chiesa è dovuta all'iniziativa del suo primo parroco, Don Pietro Bruzzone, quando questi era ancora canonico della chiesa di N.S. del Rimedio, ed alla munificenza dei coniugi Tassorello. I due Benefattori, ora scomparsi, non accettarono mai che la loro generosità venisse resa pubblica e pertanto mantennero fino alla morte l'incognito.

Il progetto fu dell'architetto L. Carlo Daneri seguito costantemente, durante l'esecuzione dei lavori, dall'allora Sac. Pietro Bruzzone, Canonico della Chiesa del Rimedio. Don Bruzzone ebbe non pochi problemi durante il periodo della costruzione, sia di carattere economico, come sempre accade i costi preventivati non corrisposero a quelli dei lavori finiti, sia tecnici. Infatti, a causa di ristagni di acque provenienti sia dalla Villa Rosazza che dal rio Cucco, le fondamenta sotto l'entrata grande a sud della cripta dovettero essere rinforzate.
Il progetto, i disegni e i plastici
Il progetto venne affidato all'architetto L. Carlo Daneri che lo elaborò ispirandosi alle forme classiche del Pantheon di Roma.
La scelta del marmo della chiesa
La benedizione del marmo di Carrara
La prima pietra fu posta dall'allora Card. Minoretti e si trova sotto la zona del battistero. Le campane, in attesa della costruzione della torre campanaria, furono collocate sul terrazzo soprastante gli alloggi del vice Parroco e del sacrestano. Ottimo consiglio fu quello di chi volendo la costruzione del nuovo tempio ispirato allo stile novecentista, scelse quest'area lontana dalle più frequentate vie di comunicazione. San Marcellino fu martirizzato nel 304 sotto Diocleziano. La chiesuola di via del Campo rivive in quella nuova di Via Bologna, di cui è la continuazione ideale. Il merito precipuo della sua rapida erezione spetta alla munificenza di cospicue famiglie, paghe soltanto che la Vergine Addolorata fosse proclamata contitolare del nuovo tempio.

4 Marzo 1934 - Posa della prima pietra

15 Settembre 1934 - la costruzione in progresso
All'imprevisto aumento nel costo dei materiali dovuto al periodo delle sanzioni, s'aggiunse una spesa di oltre 100.000 lire, non già per comprare l'area, che fu donata dal Municipio, ma per rafforzarla, essendosi riscontrate nel sottosuolo ampie e vecchie cisterne appartenenti un tempo a Villa Rosazza. La chiesa è venuta su in uno spazio di tempo relativamente breve. L'esterno è stato ricoperto di pietra di Finale, d'ottimo effetto estetico.
Nella nuova chiesa levata in alto, san Marcellino ha trovato cuori ardenti di fede che per la prima volta lo salutarono festanti il 12 gennaio 1936.
“La chiesa parrocchiale di San Marcellino è ultimata.
 
Bella, vasta, domanda di essere messa in grado di ospitare la nuova parrocchia e la popolazione delle alture di S.Teodoro e di S.Rocco. Non può essere che vivissima la nostra gratitudine a quelle persone che hanno reso possibile l'inizio e l’avanzamento della costruzione; ma si aggiunge la preghiera che altre intervengano ugualmente generose al suo miglioramento.
 
Dio grande e generoso benedica i benefattori di S.Marcellino".
Genova, 30 Novembre 1935.
+ Carlo Dalmazio Card.Minoretti.
Avvenne un altro bombardamento della notte tra il 7 e l’8 agosto 1943.
Già i primi bombardamenti compiuti su Genova non avevano risparmiato questa strada. Due caseggiati in fondo ad essa erano stati pressoché distrutti. Una delle principali vittime fu la chiesa di san Marcellino.
Una bomba dirompente scoppiò tre o quattro metri distante, scavando nella strada una buca profonda. Lo spostamento d'aria mandò in frantumi i vetri e i telai delle finestre.
La scala d'accesso alla chiesa fu rotta e sconquassata, la porta d'ingresso fu sbalestrata su uno degli altari in fondo alla chiesa, e i muri furono qua e là sgretolati.
Alla bomba tennero dietro due spezzoni che colpirono la cupola.
Nella giornata del 4 giugno 1944 si rinnovò per san Marcellino la sciagura dell'anno innanzi. Nemmeno questa volta la chiesa fu colpita direttamente, ma lo spostamento d'aria causato da una mezza dozzina di bombe cadute vicino all'abside cagionarono al sacro edificio danni considerevoli non solo ai muri esterni ma anche a quelli interni.
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