San Marcellino (GE) - l'edificio di San Marcellino - San Marcellino

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San Marcellino
Santa Maria Addolorata del Maragliano
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San Marcellino (GE) - l'edificio di San Marcellino

A chi giunge da via Venezia, la costruzione della nuova S.Marcellino si presen­ta alta, prominente, come su di uno spalto, grandiosa, isolata, messa in eviden­za dal nastro stradale, che sotto si svolge e che raggiuntala, la costringe in uno dei suoi accentuati tornanti...Rivedevo la piccola vecchia Chiesa di S.Marcellino, sepolta col suo campanile tra gli alti palazzi di Genova antica, nei pressi di via del Campo. Tutti quei ricordi, quel titolo, oggi, emigrano quassù e ringiovaniscono nella spaziosa luminosità di questa altura... L’insieme rivela subito alcunchè di nuovo, di ardito, di sincero, di armonicamente ed integral­mente elaborato. S'avverte senz'altro che esprime un concetto; non solo un'idea architettonica, ma un'idea costruttiva... Decisamente la nuova S.Marcellino a Genova rompe il ghiaccio, nella categoria delle costruzioni sacre. Il piazzale, con una profondità di metri 23, largo 20, la grande scalea che sale all'altissimo pronao, le arditissime nervature verticali di questo, gli confe­riscono uno slancio monumentale. Il tempio è concentrico: la sua pianta si iscri­ve esattamente in un cerchio, dal quale evadono soltanto, sullo stesso asse, il pronao e l'abside che portano la lunghezza massima a mt.44,50. L'architetto Dancri ha voluto trasferire in espressione artistica e costruttiva moderna l'idea imponente del Pantheon romano. Il Pantheon ha i suoi nicchioni interni e, seb­bene simulati, anche esterni; qui sono mantenuti genialmente, ottenendoli, quelli interni, colle rientranze degli esterni e viceversa, risultandone un muro perimetrale a foggia di lamiera ondulata. Questo alternarsi di nicchioni, tanto dentro che fuori, mentre non sfalda l'unità del disegno, gli imprime un grande movimento lo stacca magnificamente dai soliti schemi concentrici ed ottiene un effetto ricco e magnifico, per nulla arido e freddo. L'edificio è coronato dalla calotta: questa appartiene al genere delle cupole sottili che scaricano sul picco­lo anello che cinge alla base, non la spinta ma semplicemente il peso; e sorreg­ge, anzi, il lanternino graziosissimo con il non indifferente carico di 300 quintali. All'esterno l’edificio sacro è rivestito in ogni sua parte di pietra di Finale ligure levigata. L’interno è grandioso, luminosissimo, slanciato e ricco nella sua semplicità. Sull’ideale tracciato di una croce greca, i nicchini centrali dei fianchi sono più ampi e aperti, come pure l'abside maggiore. Ai lati dell'apertura dell'abside sono i due amboni, la visibilità di questi e dell'altare è perfetta da ogni punto del Tempio. L’interno è così armonicamente disposto. Sotto la Chiesa la grande cripta. Questo edificio, sorto in vecchio terreno di riposto sul lago della villa Rosazza, ha i suoi punti di appoggio sulle due opposte pareti del pri­mitivo incavo naturale a 18 metri di profondità.
Sac.Prof. GIUSEPPE SIRI
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